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L’AIFA SI ESPRIME IN MANIERA DETERMINATA E DEFINITIVA SULLA QUALITA’ E SICUREZZA DEI FARMACI EQUIVALENTI. NON AMMETTE ALCUN DUBBIO ANCHE SE RICONOSCE SOLO AL MEDICO LA FACOLTA’ DELLA SOSTITUIBILITA’.

A CURA DEL DR. GENNARO DE NARDO

Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007


Editoriale

Il vantaggio dei medicinali equivalenti

Dei primi venti farmaci per spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ben 18 nell'arco di 7 anni perderanno (o hanno già perso) la copertura brevettuale.

Si tratta di un fatto rilevante per l'economia del SSN poiché tali medicinali hanno rappresentato, solo nel 2006, circa il 30% dell'intera spesa farmaceutica pubblica. Il fenomeno non riguarda solo l'Italia, anche se l'aver posticipato più di altri la scadenza di certi brevetti farà cogliere solo ora tale vantaggio alla nostra spesa pubblica.
Probabilmente troppo spesso si è parlato di farmaci equivalenti partendo da questo punto: il risparmio. Ciò ha creato molte diffidenze, anche tra gli operatori sanitari. Dalle richieste di informazione che riceviamo, appare evidente che il prescrittore o il farmacista è stato portato a pensare che la scelta del SSN di contare sul medicinale equivalente è basata soprattutto su ragioni di "cassa", magari trascurando l'elemento qualità.
Il Bif è tornato più volte sugli aspetti tecnici che evidenziano l'efficacia e la sicurezza dei farmaci equivalenti (n. 2/07, pag. 55; n. 4/07, pag. 147). Vale la pena comunque precisare alcuni aspetti, sottolineando soprattutto che alcune delle perplessità relative a questi medicinali vanno lette nell'insieme delle procedure che verificano la qualità di tutti i farmaci, coperti da brevetto o meno.

  • La purezza delle materie prime, ad esempio, e la loro qualità sono certificate con procedure identiche sia per i medicinali equivalenti sia per quelli coperti da brevetto. Addirittura i fornitori spesso sono gli stessi. Deve essere chiaro che non è su questo che si sviluppa il risparmio di prezzo dei medicinali non "griffati".
  • Anche i controlli nelle procedure di produzione, le ispezioni e la verifica che ogni medicinale venga prodotto secondo standard garantiti sono identici per tutti i farmaci, a prescindere dalla copertura brevettuale. È importante capire che nessun medicinale è esattamente identico all'altro, pertanto è necessario rifarsi a standard rigorosi che garantiscono che l'eventuale variabilità rimanga all'interno della differente risposta individuale al medicinale. Questa è una problematica che chi produce medicinali affronta indipendentemente dalla copertura brevettuale della molecola.
  • La sostituibilità di un medicinale con un altro va gestita soprattutto da un punto di vista medico. Ossia, fatta salva la bioequivalenza dei medicinali coperti da brevetto con quelli che hanno perso l'esclusività, possono sussistere delle ragioni "mediche" per cui il prescrittore preferisce continuare la cura con una particolare specialità: l'incapacità nel gestire confezionamenti differenti, la risposta individuale del paziente, ed altre considerazioni ancora, possono valere come eccezione alla regola generale. Ciò naturalmente può accadere sia con i farmaci equivalenti che con gli "originator" e non può mettere in discussione le procedure di verifica della qualità del medicinale che sono, appunto, le stesse.
  • È difficile dire quanto sul prezzo di un singolo medicinale pesi la voce "ricerca e sviluppo" rispetto alla produzione e alla promozione. Alcune stime effettuate dal Centro studi dell'AIFA hanno rilevato che le spese in attività di marketing delle aziende produttrici di farmaci coperti da brevetto sono mediamente doppie rispetto a quelle dedicate alla ricerca e in alcuni casi arrivano fino al 46% dell'intero budget aziendale. È qui che va ricercato il risparmio dato dal medicinale con brevetto scaduto e non sulla sua qualità.

La sostituibilità di un medicinale è una decisione dell'operatore sanitario che tiene conto delle specificità del paziente. Nonostante ciò, le garanzie, per un medicinale con lo stesso principio attivo, di essere utilizzabile nell'ambito di una continuità assistenziale sono valide nel nostro come in tutti i paesi dell'Unione Europea. Gli organi regolatori come l'AIFA hanno in primo luogo una missione di salute pubblica; l'azione di vigilanza sulla qualità dei medicinali viene esercitata a prescindere dal fatto che si tratti di medicinali equivalenti o meno.

I farmaci equivalenti liberano risorse dopo aver restituito la giusta ricompensa a chi ha investito in ricerca.

Per quanto sia comprensibile registrare diffidenze e scetticismi - non sempre disinteressati - tale economia non produce solo risparmio, ma anche la possibilità di acquistare medicinali innovativi senza rinunciare a terapie efficaci e sicure ormai consolidate. Non di solo risparmio si tratta dunque.

 

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