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CHIARIMENTI SUL SIGNIFICATO DI “ PRIMA VISITA “ E “ VISITA DI CONTROLLO”

Dott. Gennaro De Nardo

Spesso capita di ricevere richieste di visite di controllo per pazienti che non sono stati mai sottoposti ad una prima visita. Ma, può anche capitare, che un paziente già sottoposto ad una prima visita  necessiti di una richiesta di visita non successiva alla prima. Sembra un gioco di parole ma esiste una spiegazione se si tiene conto di quanto previsto dalle norme che regolamentano la materia.

Credo, pertanto, necessario fare delle puntualizzazioni sul significato dei due termini che ci saranno d’aiuto nella pratica quotidiana.

PRIMA VISITA:

  è la visita in cui il problema del paziente viene affrontato per la prima volta ed in cui viene predisposta una documentazione scritta (cartella clinica o scheda); inoltre sono considerate prime visite quelle effettuate nei confronti di pazienti noti, affetti da malattie croniche, che presentino una fase di riacutizzazione tale da rendere necessaria una rivalutazione complessiva ed un  riaggiustamento della terapia.

  VISITA SUCCESSIVA ALLA PRIMA O DI CONTROLLO:

La visita successiva o “di controllo” rappresenta la visita in cui un problema già noto viene rivalutato e la documentazione scritta esistente viene aggiornata o modificata, indipendentemente dal tempo trascorso rispetto alla prima visita. Nell’ipotesi che un paziente si presenti nell’ambulatorio di un ospedale per la prima visita e nell’ambulatorio di un altro ospedale per il controllo, queste visite sono entrambe prime visite anche se riguardano lo stesso problema; viceversa se nell’ambito dello stesso ambulatorio, un paziente viene visitato per lo stesso problema da due medici diversi in tempi diversi, queste non possono essere considerante entrambe come  prime visite (perché la cartella clinica/scheda del paziente stesso è già presente) .

E’ bene , altresì, ricordare che:

1) Le visite, e quindi i codici e le relative tariffe, comprendono anche l’esecuzione di semplici manovre manuali o basate sull’utilizzo di strumenti non complessi, quali, ad esempio, la laringoscopia indiretta, la rinoscopia, l’otoscopia, la misurazione della pressione arteriosa ecc. pertanto gli eventuali codici che identificano queste semplici prestazioni non sono accomunabili con la richiesta di visita.

2) La richiesta specifica di una prestazione, senza alcuna esplicita menzione di necessità  di visita, non può di norma essere integrata dalla codifica di una visita da parte dello specialista (ad esempio: la richiesta di asportazione di verruca, di esecuzione di ECG, endoscopie, ..... non deve essere, salvo casi particolari e motivabili, integrata dal codice della visita); ciò implica che di norma l’esecuzione della prestazione comprende, tra le azioni eventualmente necessarie, anche un colloquio o una breve visita finalizzata a verificare le condizioni del paziente e l’eseguibilità della prestazione stessa. 

3) Le “consulenze” da parte di specialisti prestate durante l’esecuzione di particolari prestazioni non vanno codificate, ma rientrano nel codice della prestazione stessa (ad esempio: presenza dell’anestesista durante l’esecuzione di broncoscopia).

4) I codici che individuano valutazioni specifiche (ad esempio: 93.01.2 “valutazione funzionale segmentaria”, 93.02 “valutazione ortottica”) ed il codice 89.01 “anamnesi e valutazione definite brevi”,” “Sorveglianza terapia anticoagulante” non vanno utilizzati quando tali valutazioni sono eseguite durante una visita oppure quando sono seguite da una prestazione o ciclo di prestazioni, in questo caso infatti sono da considerare comprese nella prestazione stessa; in altre parole questi codici possono essere utilizzati in occasione di un contatto con il paziente finalizzato unicamente alla valutazione di un particolare aspetto (ad esempio: valutazione multidisciplinare).

Documento ripreso da:

http://www.sanita.fvg.it/ars/specializza/gruppi/tarif/alleg/N_4.doc

 

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