Spesso capita di ricevere
richieste di visite di controllo per pazienti che non sono stati
mai sottoposti ad una prima visita. Ma, può anche capitare, che
un paziente già sottoposto ad una prima visita necessiti di una
richiesta di visita non successiva alla prima. Sembra un
gioco di parole ma esiste una spiegazione se si tiene conto
di quanto previsto dalle norme che regolamentano la materia.
Credo, pertanto, necessario
fare delle puntualizzazioni sul significato dei due termini che
ci saranno d’aiuto nella pratica quotidiana.
PRIMA VISITA:
è
la visita in cui il problema del paziente viene affrontato per
la prima volta ed in cui viene predisposta una documentazione
scritta (cartella clinica o scheda); inoltre sono considerate
prime visite quelle effettuate nei confronti di pazienti noti,
affetti da malattie croniche, che presentino una fase di
riacutizzazione tale da rendere necessaria una rivalutazione
complessiva ed un riaggiustamento della terapia.
VISITA SUCCESSIVA ALLA
PRIMA O DI CONTROLLO:
La visita
successiva o “di controllo” rappresenta la visita in cui un
problema già noto viene rivalutato e la documentazione scritta
esistente viene aggiornata o modificata, indipendentemente dal
tempo trascorso rispetto alla prima visita. Nell’ipotesi che un
paziente si presenti nell’ambulatorio di un ospedale per la
prima visita e nell’ambulatorio di un altro ospedale per il
controllo, queste visite sono entrambe prime visite anche se
riguardano lo stesso problema; viceversa se nell’ambito dello
stesso ambulatorio, un paziente viene visitato per lo stesso
problema da due medici diversi in tempi diversi, queste non
possono essere considerante entrambe come prime visite (perché
la cartella clinica/scheda del paziente stesso è già presente) .
E’ bene , altresì, ricordare
che:
1)
Le visite,
e quindi i codici e le relative tariffe, comprendono anche
l’esecuzione di semplici manovre manuali o basate sull’utilizzo
di strumenti non complessi, quali, ad esempio, la laringoscopia
indiretta, la rinoscopia, l’otoscopia, la misurazione della
pressione arteriosa ecc. pertanto gli eventuali codici che
identificano queste semplici prestazioni non sono accomunabili
con la richiesta di visita.
2)
La richiesta
specifica di una prestazione, senza alcuna esplicita menzione di
necessità di visita, non può di norma essere integrata dalla
codifica di una visita da parte dello specialista (ad esempio:
la richiesta di asportazione di verruca, di esecuzione di ECG,
endoscopie, ..... non deve essere, salvo casi particolari e
motivabili, integrata dal codice della visita); ciò implica che
di norma l’esecuzione della prestazione comprende, tra le azioni
eventualmente necessarie, anche un colloquio o una breve visita
finalizzata a verificare le condizioni del paziente e l’eseguibilità
della prestazione stessa.
3)
Le “consulenze” da parte di specialisti prestate durante
l’esecuzione di particolari prestazioni non vanno codificate, ma
rientrano nel codice della prestazione stessa (ad esempio:
presenza dell’anestesista durante l’esecuzione di broncoscopia).
4)
I codici che individuano valutazioni specifiche
(ad esempio: 93.01.2 “valutazione funzionale segmentaria”, 93.02
“valutazione ortottica”) ed il codice 89.01 “anamnesi e
valutazione definite brevi”,” “Sorveglianza terapia
anticoagulante” non vanno utilizzati quando tali valutazioni
sono eseguite durante una visita oppure quando sono seguite da
una prestazione o ciclo di prestazioni, in questo caso infatti
sono da considerare comprese nella prestazione stessa; in altre
parole questi codici possono essere utilizzati in occasione di
un contatto con il paziente finalizzato unicamente alla
valutazione di un particolare aspetto (ad esempio: valutazione
multidisciplinare).
Documento ripreso da:
http://www.sanita.fvg.it/ars/specializza/gruppi/tarif/alleg/N_4.doc
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