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Medici di base confermano lo sciopero del 9 e 10 febbraio
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SANITA' E SALUTE / Medici di base confermano lo sciopero del 9 e 10 febbraio

La Fimmg dice no alla riforma del governo Monti

Domenica 29 Gennaio 2012 - 17:35

Numerosi i medici di base ieri all’assemblea della Fimmg di Catanzaro per manifestare preoccupazione rispetto al loro futuro pensionistico. Nel corso dei lavori il segretario generale della Fimmg catanzarese, Gennaro De Nardo, ribadisce la linea dello sciopero che il sindacato ha proclamato a livello nazionale per dire “no” alla riforma previdenziale del governo Monti.

La Fimmg apre, dunque, una stagione di lotte. Si parte dallo sciopero. I medici di famiglia chiudono gli studi il 9 e il 10 febbraio, ma - nel rispetto dell’Accordo nazionale collettivo - garantiscono le visite domiciliari urgenti, quelle domiciliari programmate per i malati terminali e l’assistenza domiciliare integrata, rivolta ai pazienti bisognosi anche di altri interventi di tipo socio-sanitario.

I medici della continuità assistenziale (ex guardie mediche) scioperano dalle ore 10,00 dell’11 febbraio alle ore 20,00 del 12 febbraio. I medici del Servizio 118 dalle ore 8,00 dell’11 febbraio alle ore 20,00 del 12 febbraio. I medici della continuità assistenziale e quelli del “118” possono scioperare se resta garantito in servizio il numero minimo di unità previsto dal Contratto nazionale di lavoro: le Aziende sanitarie (per Catanzaro l’Asp) devono verificare la presenza dei contingenti minimi garantiti, da assicurare, se necessario, con la precettazione.

Al centro della protesta la legge 22 dicembre 2011 numero 214 (conversione in legge del “Decreto Salva Italia”). Questa legge, di fatto, prospetta il rischio di un commissariamento dell’Enpam (Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri). Infatti si chiede all’ente di predisporre in poco tempo (entro giugno) misure per assicurare l’equilibrio tra entrate e uscite secondo bilanci riferiti ad un arco di ben cinquant’anni. Inoltre, a garanzia dell’equilibrio di bilancio non può essere contabilizzato l’ingente patrimonio dell’Enpam, un patrimonio che significa: un più alto rendimento contributivo rispetto all’Inps, solidarietà agli iscritti (ad esempio in caso di invalidità e di morte) e la possibilità di fronteggiare fasi come quella dell’esodo massiccio dei nati negli anni ‘50 caratterizzate da un numero di medici in ingresso insufficiente a compensare il numero di medici avviati alla pensione.

I medici dicono no agli “scippi” e ad ulteriori sacrifici. Perché con la tassazione già contribuiscono alle pensioni dell’Inps. E inoltre, con il blocco dei contratti e l’aumento delle spese gestionali, i medici di famiglia già concorrono ai sacrifici richiesti al paese.

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