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Medici di famiglia campani sul piede di guerra
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Medici di famiglia campani sul piede di guerra

Categoria: Evidenza

Ultima modifica il Martedì, 14 Luglio 2015 16:51

 
Ascolta l'intervista a
Silvestro Scotti 
Vicesegretario nazionale Fimmg


"Se si costringeranno i medici a prescrive per legge non si potrà più dire che agiremo secondo scienza e coscienza". Spara a zero Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale Fimmg, contro i due decreti presentati dalla Regione Campania in tema di prescrizioni e razionalizzazione della spesa farmaceutica. "È bene che tutti i colleghi sappiano che sta maturando un sistema di gestione della sanità che intende ignorare la professionalità del medico: a questo punto se l’obiettivo è impostare le prescrizioni per legge e quindi fare a meno del medico mettendo qualche burocrate a gestire gli studi medici, lo dicano apertamente".
Medici burocrati. Un leitmotiv che sentiamo ormai da molto tempo e che trova, a parere di Fimmg, conferma anche nelle nuove regole che il sub-commissario alla sanità campana Ettore Cinque vorrebbe introdurre sul territorio.
Prima i fatti. Due decreti, il numero 56 e il numero 57, che riguardano un modulo cartaceo che ogni medico dovrà obbligatoriamente allegare alla ricetta indicando anagrafica del paziente, dati clinici e scelta terapeutica. L’obiettivo? Monitorare, con un occhio sempre più rivolto al bilancio della sanità regionale, l’appropriatezza prescrittiva. Un precedente regionale che potrà avere forti ripercussioni su tutto il territorio nazionale, inficiando il ruolo assistenziale tipico del medico di famiglia.
Un modello unico di prescrizione che il sub-commissario Cinque ha spiegato come "un argine necessario al lievitare della spesa inappropriata che ancora impedisce alla Campania di centrare pienamente gli obiettivi di risparmio, soprattutto per la spesa di farmaci ospedalieri che, nel post ricovero, sono potenti induttori di spesa impropria”.
Un obiettivo di risparmio fissato cinque anni fa al momento del commissariamento della Regione, e che prevede, per la spesa farmaceutica inappropriata, la possibilità di toccare quota 66 milioni di euro di risparmi. Come? Prescrivendo farmaci a brevetto scaduto, come avviene nelle Regioni più virtuose. Un obiettivo, ad oggi, centrato all’80 per cento.
"Non è più tollerabile la presenza ingombrante di un sistema funzionariale, che governa la sanità italiana, sempre più a radice economica e sempre meno a carattere assistenziale. Se si vogliono raggiungere giusti obiettivi di risparmio economico, questi non possono essere conquistati sulla pelle e sulla professionalità dei medici. È il momento che la politica si assuma le sue responsabilità, senza mascherarsi dietro apparenti obblighi assistenziali del medico", commenta Scotti. Un problema quindi che per Fimmg va risolto a valle e non a monte. Agire sulle prescrizioni da parte dei medici serve solo a sostituire un professionista intellettuale come il medico con un elenco di farmaci da scegliere a seconda delle necessità: un compito per il quale il medico non appare necessario, ma sembra più che sufficiente una tabella a doppia colonna farmaco-patologia corrispondente gestita da un burocrate senza qualifica specifica. "Ciò che occorrerebbe fare, sostiene Scotti, è capire che l’organizzazione dell’erogazione dei farmaci si realizza in sede di distribuzione, non di prescrizione". In quest’ottica, risolvere a valle: non sulle prescrizioni dei medici ma sul fronte dei processi distributivi dei prodotti: "il cittadino saprà, una volta avuta la prescrizione secondo scienza e coscienza dal medico, che dovrà confrontarsi con il sistema distributivo dei farmaci per sapere cosa gli è dovuto e cosa no. La politica deve assumersi la responsabilità di agire su questa fase del processo di cura, senza colpire ogni volta i medici prescrittori".
Una guerra ormai dichiarata tra i camici bianchi e i funzionari che, dalle loro poltrone, lanciano pietre nello stagno nascondendo spesso la mano. Sì, perché dopo aver avanzato con decisione la proposta di modifica delle prescrizioni, il sub-commissario ha registrato le reazioni di medici e sindacati annunciando, lo scorso 9 luglio a due giorni dalla presentazione dei decreti della discordia, la "non obbligatoria allegazione del modello unico di prescrizione, anche ai fini della spendibilità della ricetta fino a nuove disposizioni". "Fimmg si muoverà con decisione, annuncia Scotti, perché non è possibile leggere proposte di legge e smentite conseguenti senza che nessuno ne paghi le conseguenze. È un sistema che così non farà mai passi avanti".


Simone Matrisciano

 

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